Luce: l’energia delle
emozioni.
Sfumature,
tonalità e risonanze che definiscono gli spazi alberghieri
Prima
del Ventesimo secolo, fino all’invenzione della lampada di Edison,
si poteva sfruttare solo la luce solare per far risaltare le
architetture ed emozionare il pubblico. L’illuminazione artificiale
svolgeva quasi esclusivamente compiti funzionali; serviva semplicemente
a rischiarare la notte. Le architetture degli edifici (orientamenti,
dimensioni delle finestre, aperture, lucernari) erano, perciò,
modellate sulla luce naturale. I suoi effetti luminosi, di grande
forza emotiva, erano sfruttati soprattutto nell’architettura
sacra o istituzionale. Con l’avvento dell’elettricità, grazie
agli avanzamenti tecnologici e a strategie progettuali innovative,
si cominciò a scoprire che un’illuminazione ben costruita poteva
permettere di dare una lettura differente degli oggetti. Non
solo, consentiva anche di cambiare le tradizionali gerarchie
architettoniche, di tessere nuove relazioni, di rendere o far
risaltare i punti di forza e le potenzialità espressive di ogni
particolare interno o esterno degli edifici. Oggi, dopo decenni
di evoluzioni, una struttura alberghiera non può più prescindere
dalla sua caratterizzazione notturna. In ogni ambiente dell’hotel,
esterno o interno che sia, l’illuminazione dev’essere progettata
scrupolosamente per connotare funzionalmente ed emotivamente
la destinazione d’uso dello spazio. Per raggiungere tale obiettivo
occorre investire in un progetto illuminotecnico capace d’integrarsi
armonicamente con i piani dell’architetto e dell’interior designer.
La clientela, infatti, è sempre più esigente ed è portata a
preferire alberghi che possano trasmettere quelle atmosfere
che volutamente o inconsciamente gli ospiti ricercano anche
nella propria casa. Questa nuova esigenza del mercato è una
delle molle che hanno contribuito al dilagare della moda dei
design hotel, edifici di forte impatto emotivo, in cui la luce
gioca un ruolo di primo piano nel definire le atmosfere delle
camere e degli spazi comuni. Paradossalmente, si può anche affermare
che i capitali necessari a sviluppare un valido progetto d’illuminazione
si risparmiano, poi, nelle spese per l’arredo decorativo: è
la luce stessa, infatti, con i suoi cromatismi e i suoi effetti
luminescenti che arreda gli ambienti, valorizzando gli elementi
architettonici della struttura. Il potere evocativo della luce
è paragonabile a quello della musica. Forze impalpabili in grado
di toccare l’anima mediante le loro infinite sfumature, tonalità
e risonanze. Diverso è solo il canale sensoriale tramite cui
vengono percepite: visivo per l’una, uditivo per l’altra. Un
abbinamento luce e musica ben orchestrato lascia, così, nell’ospite
un ricordo intenso, assaporabile a lungo e, soprattutto, facilmente
comunicabile ad altri, trasformandosi, in questo modo, in un
efficace fattore promozionale dell’albergo.
Ramad Ticinum Hotel- Oleggio
Bibliografia:
L. Manzoni, La luce. Progetto scienza filosofia, Reggiani, 1992.
D. Ravizza, Architetture in luce, Franco Angeli, 2006.
F. Bianchi, L’architettura della luce, Kappa, 1991.
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dr
arch.Vittorio Pedrotti e dr ing.Federico Bergamo
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