Un
ragionamento analogo si può fare per le sale da bagno. Per quanto
riguarda l’acqua si hanno qui due usi distinti:
1. I lavandini, i bagni, le docce producono acque "sporche";
2. I gabinetti e i bidet producono acque "luride" (o "nere").
Ovviamente, i lavandini, i bagni, le docce e i bidet richiedono
fornitura di acqua potabile e purissima. Ma non c’è nessuna ragione
d’usare gli stessi stringenti criteri per i gabinetti. Ecco uno
schema di principio
Si procederà a raccogliere le acque semplicemente sporche e avviarle
a serbatoi di rigenerazione che le trasformeranno in acque grigie.
Queste saranno usate per risciacquare i gabinetti e quindi avviate
alle fognature.
Siccome però i lavandini, i bagni e le docce producono molta più
acqua sporca di quanto sia necessario per risciacquare i gabinetti,
l’eccedente può essere tranquillamente utilizzato per innaffiare
i prati. L’adozione e l’uso di questo sistema è vivamente raccomandato.
Brrr
Un’altra utilizzazione ecologica dell’acqua e quella di sfruttarne
la sua energia termica latente per "raffreddare" gli ambienti. Nella
nostra bella penisola, durante l’estate, le camere d’albergo non
sempre sono fresche. Se l’albergo in questione si trova in riva
a un lago o al mare, si può usare il fatto che l’acqua a una certa
profondità è generalmente più fredda che alla superficie e che la
sua temperatura a una data profondità rimane quasi costante tutto
l’anno. Ecco uno schema di funzionamento possibile:
Situazione: albergo in riva al mare.
Temperatura dell’aria: diciamo 35°C.
Temperatura dell’acqua in superficie: diciamo 24°C.
Temperatura dell’acqua a una profondità di 20 metri: diciamo 14°C.
Allora si pompa dell’acqua a 20 metri di profondità, la si fa circolare
nelle camere da raffreddare attraverso uno scambiatore di calore.
L’acqua cede il suo freddo agli ambienti e ne evacua il calore eccessivo.
Quando raggiunge i 24°C essa è restituita al mare, in superficie,
dove la sua nuova (alta) temperatura non nuoce all’ambiente.
Molte ditte offrono questa possibilità d’istallazione che è vivamente
raccomandata.
Un bello e orribile mostro
Passiamo adesso alla cogenerazione. Questo termine indica la produzione
allo stesso tempo di energia elettrica e energia termica. All’origine
di questa tecnologia c’è il fatto che quando si trasforma energia,
ci sono perdite, quasi sempre sotto forma di calore. Esempio: nella
Ferrari, l’energia potenziale della benzina viene dapprima trasformata
in energia termica nei cilindri che ospitano la combustione causata
dalle candele.
La combustione provoca un'espansione violenta dei gas di scarico
che trasformano così l’energia termica in energia cinetica, ciò
che spinge la rossa saetta ai suoi famosi 340 km/h.
Naturalmente, non si può permettere il surriscaldamento del motore
(che finirebbe per fondere). Si usa quindi un liquido di raffreddamento
(ad esempio, acqua) che evacua il calore eccessivo e lo dissipa
nell’ambiente per mezzo del radiatore. Ora questa dissipazione rappresenta
una grossa perdita. Non dimentichiamo che a causa di ciò, l’efficienza
totale di un motore a scoppio, perfino nella beneamata Ferrari,
raramente supera il 40–45%. Lo scopo della cogenerazione è appunto
quello di recuperare questo calore.
In albergo ci si regola così: i gruppi generatori sono praticamente
obbligatori per qualsiasi albergo di una certa taglia, in genere
a partire da una sessantina di camere. Questi generatori sono costituiti
da un grosso motore che si accende automaticamente e soltanto in
caso d’improvvisa mancanza di energia elettrica. Il motore fornisce
la sua energia cinetica a un alternatore (o dinamo), che la trasforma
in energia elettrica, assicurando così la distribuzione di elettricità
ai vari apparecchi dell’albergo. Il guaio è che, data la grande
stabilità e regolarità offerte oggi dai fornitori di energia elettrica,
i gruppi generatori restano inerti per mesi e mesi, se non per anni
ed anni. Essi costituiscono un investimento <>. Ma
ecco che interviene la cogenerazione. In questo caso, i generatori
funzionano per produrre energia elettrica da consumare quotidianamente
(anche in caso di panne, ovviamente). Naturalmente i generatori
stessi consumano energia potenziale, cioè bruciano nafta, benzina
o gas naturale. Ma dato che funzionando producono anche calore (attraverso
l’inevitabile combustione), si organizzano le cose in modo tale
che le due forme di energia prodotte dalla combustione del fuel
iniziale, quale ch’esso sia, siano recuperate e usate in modo efficiente.
Ecco uno schema di possibile applicazione per un albergo d’avanguardia:
I gruppi generatori sono rinchiusi in un involucro isolante che
ne conserva il calore. I generatori funzionano quasi ininterrottamente.
L’energia elettrica così prodotta viene usata 1) per alleviare i
carichi di punta (mattina, mezzogiorno e sera); 2) per alimentare
la rete di distribuzione (contro risarcimento). Il calore prodotto
viene catturato e usato per riscaldare aria o acqua (o entrambi).
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